Il presente intervento di ricerca/intervento si è proposto di valutare la reale possibilità di attivare un modello di servizio mirato per la popolazione residente nelle aree interne montane della Regione Liguria, contraddistinte da una struttura socio-economica connotata da un patrimonio umano rarefatto, con presenza forte di popolazione anziana e scarsa di nuclei giovanili, con una graduale concentrazione verso i centri più consistenti e lo svuotamento dei nuclei abitativi più piccoli.
Non è ovviamente possibile applicare in questo contesto modelli di servizio strutturati sugli ambiti urbani o di pianura, ma occorre pensare un nuovo modello di gestione delle attività di servizio, tanto pubbliche, quanto private, creando un sistema integrato di erogazione dei servizi medesimi, incardinato su un patto di solidarietà tra enti, istituzioni, volontariato e imprese, in grado di ammortizzare costi e difficoltà di gestione.
Il fattore più critico delle aree montane infatti è rappresentato dalla dispersione di un limitato numero di utenti su un territorio geograficamente difficile.
Le esigenze dell’utenza sono in costante aumento, stante da un lato l’età della popolazione residente e dall’altra l’aumento degli standard medi, che rendono inaccettabile per i cittadini una qualità inferiore.
Inaccettabile al punto che le persone e le famiglie tendono ad andare via, rendendo ancora più critica la situazione. Al
contempo il territorio non riesce a diventare interessante per quei nuovi nuclei familiari, che sulla spinta di esigenze legate alla qualità dell’ambiente o al minor costo della vita, si dimostrano interessate ad una residenzialità nelle aree montane e, nel nostro caso, nelle aree interne della Liguria.
L’ipotesi che si è verificata sul territorio prevede la possibilità di aggregazione in un’unica entità mobile, gestita in modo concertato e concordato da più enti funzionali, di più funzioni, in modo da poter raggiungere anche gli utenti più disagiati sul territorio.
Il modello proposto rappresenta la matrice funzionale ottimale derivante dall’incontro delle esigenze con i flussi di intervento erogati dal sistema del commercio, dei servizi al cittadino, del sociale, dell’istruzione, del sanitario, nonché con attività gestite anche da realtà informali private e del volontariato.
Pur partendo da una dimensione di welfare , la proposta è allargabile ad un concetto di benessere e di qualità della vita che va oltre l’aspetto strettamente socio-sanitario.
L’obiettivo infatti vorrebbe che i l tracciato del pulmino diventasse come una sorta di filo colorato in grado di unire le persone e disegnare sul territorio nuove opportunità. Appare evidente inoltre come il modello si basi su una forte volontà centrale che sappia governare tutte le realtà che vorranno aderire al progetto e farlo diventare una realtà persistente e significativa.